Mancano pochi giorni all’inizio del Ramadan, il mese sacro dell’Islam dedicato al digiuno, alla preghiera e alla meditazione.
Io, non so perché, ma ne sono stata da sempre incuriosita. Sarà che sono attratta dal mondo arabo, sarà che magari in un’altra vita ero musulmana…sarà quel che sarà ma, lo scorso anno, complice il lockdown, ho deciso di cimentarmi in questa avventura. Ho deciso di provare a digiunare dall’alba al tramonto per tutto il mese del Ramadan e, vi giuro, è stata una delle esperienze più belle della mia vita, tanto che ho deciso di raccontarvela!
No, ovviamente non sono musulmana, non sono neppure fidanzata con un arabo se ve lo state per caso chiedendo. Niente di niente. Solo pura curiosità e voglia di provare questo mese di digiuno di cui tutti parlano. Volevo provare com’è digiunare dall’alba al tramonto. Digiunare non solo dal cibo, ma anche dal bere (forse la cosa più complicata). E per bere non intendo gli alcolici, ma anche la semplice acqua del rubinetto. Si perché, durante il Ramadan, oltre a non poter mangiare, non si può nemmeno bere acqua. Niente deve essere ingerito dall’alba al tramonto. Tanto che una cosa banale come bere un bicchier d’acqua, a fine giornata diventa una cosa eccezionale.
Durante il Ramadan, dall’alba al tramonto, non si può nemmeno fumare né avere rapporti sessuali. E’ un mese in cui si rinuncia a quanto più fisico ci sia per arricchirsi dal punto di vista spirituale. E’ un mese di preghiera e di meditazione, in cui si dovrebbe cercare di essere persone migliori. Non ci si dovrebbe arrabbiare, non si dovrebbe inveire, mentire, tradire, alzare la voce… Insomma, non si dovrebbero compiere cattive azioni. Si dovrebbe digiunare da tutto ciò che fa male a se stessi e agli altri.
Fare Ramadan è un’esperienza che ti cambia in meglio la vita. E’ un mese che ti insegna ad essere paziente e a sopportare. Ti insegna a riflettere, a renderti conto dell’inutilità di tante cose e dell’importanza di tante altre. Ti insegna ad apprezzare e a dare valore a quelle cose che di solito si danno per scontate, come un bicchiere d’acqua ad esempio, un piatto caldo, o la possibilità di poter vedere tutti i giorni il sole sorgere e tramontare. Il Ramadan è un mese che ti insegna la calma e l’autocontrollo. Ed è stato proprio quest’ultimo elemento che ha reso la mia esperienza fantastica. Ho scoperto in me una forza di volontà che non pensavo nemmeno di avere. Ho scoperto una parte di me che non conoscevo, ed è stato semplicemente bellissimo.
Tutto è cominciato a Pasqua del 2017, durante la mia vacanza a Dubai, quando ho visitato la moschea di Jumeirah, l’unica moschea aperta ai turisti.
Mi hanno fatto indossare un caffettano, ci siamo tolti le scarpe, siamo entrati e ci siamo seduti sul grande tappeto bianco. Qui una signora inglese, che viveva a Dubai e che si era convertita all’Islamismo di sua volontà, ci ha spiegato un sacco di cose sulla moschea e sulla religione islamica, sul Corano e ovviamente sul mese del Ramadan. Mi ha aperto un mondo. Sembrava tutto così bello e paradisiaco che mi ricordo aver pensato…”prima o poi voglio provare a farlo anche io”.
E lo scorso anno finalmente ho realizzato il mio sogno.
Vi dirò la verità. Era passato così tanto tempo da quel giorno del 2017 che il pensiero di voler fare il Ramadan era caduto nel dimenticatoio. Non era più tra le mie priorità, diciamo. Finché, per caso, non ho cominciato a vedere sui social, foto e frasi di auguri per l’inizio del Ramadan. E niente. E’ stato come se dentro di me fosse scattato qualcosa. Una scintilla. Un ricordo. Un’emozione. Ed è così, che su due piedi, senza nemmeno informarmi prima, ho cominciato il mio mese di digiuno.
Ho cercato su Google l’orario dell’alba. Ho impostato la sveglia e sono andata a dormire. Ero elettrizzata. Ma così elettrizzata che già il primo giorno ho commesso un errore senza saperlo. Pensavo che digiunare dall’alba al tramonto significasse appunto dalla nostra alba al nostro tramonto. E invece no, sarebbe stato tropo facile! Loro per alba, considerano il Fajr, il momento in cui si vedono i primi raggi del sole, quando il buio comincia a farsi meno pesto e si cominciano a sentire gli uccellini cantare. Più o meno un’ora prima della nostra alba…giusto per intenderci. Ma vabbè…l’intento c’era e sbagliando si impara.
I giorni successivi quindi ho cominciato a mettermi la sveglia giusta mezz’ora prima del Fajr, quindi verso le 4 o le 3 a seconda del passare dei giorni. Mi svegliavo, bevevo acqua e facevo colazione. Bevevo ancora acqua e poi tornavo a dormire o andavo a farmi una passeggiata.
Non ho mai sentito fame o sete, a parte il primo giorno.
Il primo giorno è stato effettivamente il più duro. Pensavo non ce l’avrei mai fatta. Erano solo le 7 di mattina e avevo già una sete allucinante. Sarei dovuta resistere fino alle 9 di sera. Impensabile in una situazione normale. Ma io ce la dovevo fare e…così è stato.
Quando mi sentivo disidratata al massimo mi bagnavo le labbra e proseguivo con la mia quotidianità. Anche perché io non stavo mai ferma. Andavo a correre, a camminare, ballavo, facevo ginnastica, lavoravo come babysitter… Mi sentivo piena di energie nonostante non mangiassi e non bevessi e, a dirvela tutta, mi faceva anche strano vedere le persone mangiare durante il giorno. Ammetto però che aspettavo con ansia il tramonto. Non appena scattava il minuto, come tradizione vuole, mangiavo 2 datteri e bevevo acqua e poi via con la cena che me la gustavo proprio di brutto.
Ovviamente il mio mese di ramadan è consistito solo nel digiuno. Non nelle millemila preghiere che fanno i musulmani di giorno e di notte. No. Non saprei neanche cosa pregare e come pregare. Neppure l’aspetto della beneficienza ho preso in considerazione perché manco di quello ero bene informata.
Però è stato un buon inizio dai, e ne sono stata felice.
Ringrazio i miei amici musulmani sparsi qua e la nel mondo che mi hanno sostenuta in questa impresa. Quelli che mi hanno detto…”bevi se hai fame” perché pensavano non mi astenessi anche dal bere; quelli che mi hanno rassicurata durante il ciclo, dato che mi ero sentita in colpa perché per prendere la pastiglia per alleviare il dolore avevo bevuto dell’acqua (ma no, durante il ciclo non si deve fare digiuno!). Quelli che mi hanno fornito tutti gli orari delle preghiere, così sapevo esattamente da quando dovevo digiunare a quando potevo ricominciare a mangiare e quelli che di notte, quando mi svegliavo per fare colazione, mi vedevano online sui social e quindi scambiavano quattro chiacchiere con me.
Mi sono sentita benvoluta, come all’interno di una grande famiglia. Sentivo che avevo il sostegno di molte persone, sulle quali potevo contare in caso di bisogno. E sono stati molto probabilmente tutti loro a darmi il coraggio di mandare avanti quest’impresa. Perché sapere che c’è qualcuno, o meglio, che ci sono un sacco di persone che stanno vivendo quello che stai vivendo anche tu, ti da forza e caparbietà.
E’ stata un’esperienza così bella che non volevo più che finisse. Tant’è che poi, sono andata avanti per mesi dopo il Ramadan a digiunare. Stavo bene ed ero felice, mi sentivo piena di energia.
Ovviamente non mi mettevo più la sveglia all’alba e durante il giorno bevevo…ma non mangiare era proprio qualcosa che mi rendeva felice.
Il mese del Ramadan, comincia ogni anno una decina di giorni prima dell’anno precedente. Questo perché il calendario islamico segue il moto della luna attorno alla terra e non, come quello nostro, gregoriano, il moto della terra attorno al sole.
Lo scorso anno era cominciato il 23 aprile. Quest’anno, invece, comincerà martedì 13 aprile, per finire dopo 30 giorni, il mercoledì 12 maggio. Alla fine del Ramadan si usa festeggiare l’interruzione del digiuno con una grande festa, l’Eid al Fitr. Non vi nego che l’anno scorso mi sarebbe piaciuto un sacco trovarmi in un posto arabo per festeggiare insieme a loro la riuscita nella mia impresa. E invece…mi sono regalata un’alba a Sottomarina…ed è stato ugualmente bello.
Se decidete anche voi di provare a fare il Ramadan, anche solo per qualche giorno, sappiate che potete contare sul mio sostegno e non esitate a contattarmi!
Ramadan Mubarak a tutti!