1. In partenza! Next stop: Los Angeles L.A. you got my heart in your pocket #Day1

E’ il 19 Agosto 2016. La maggior parte delle persone che conosco sono ormai agli sgoccioli delle loro vacanze estive. E invece io…beh, io, eccomi qui, in aeroporto a Venezia, all’alba, in attesa del mio volo Iberia per Los Angeles. Ok, per essere precisi, in attesa del mio volo per Madrid, e poi da Madrid per Los Angeles.

In partenza

Come ben sapete, Los Angeles è sempre stata la città dei miei sogni, la città in cui ho lasciato il cuore dal primo giorno in cui ci ho messo piede. La mia seconda casa. Ma quest’anno, complice forse il mio viaggio in Portogallo o il fatto che con me non c’è, come l’anno scorso, la mia adorata allieva Aliscia…sarò sincera, non ho molta voglia di partire. Anzi, mi sono addirittura pentita di aver prenotato questo volo. Ho paura che, essendo stata l’estate scorsa un’estate fantastica, quest’anno non lo sia perché sono da sola. Anche se in realtà, a Los Angeles, ci sono sempre andata da sola.

Non lo so che mi sta succedendo. Mi ritrovo a guardare fuori dall’oblò e a pensare…Perché? Perché sto spendendo nuovamente tempo e soldi per ritornare a L.A. quando ci sono un sacco di posti belli nel mondo che devo ancora scoprire, dove potrei essere andata? Perché? Cosa ci faccio ancora qui che ho già visto Los Angeles in lungo e in largo? Perché ho voluto tornarci? Perché ogni estate non riesco a farne a meno?

Una quantità inesorabile di “Perché” che svaniscono in meno di un secondo, non appena appaiono sotto di me i grattacieli di DTLA. E’ inutile. Los Angeles è Los Angeles. Vedi questa metropoli dall’alto, così enorme da non sembrare vera, che hai subito un balzo al cuore. O almeno, a me fa sempre questo effetto, nonostante sia la sesta volta che ci ritorno.

Los Angeles. Sono di nuovo a Los Angeles e non mi sembra vero.

Los Angeles dall'aereo
Los Angeles dall’aereo
  • Ma è normale che su un volo di linea ti facciano pagare il bere e il mangiare come sulle compagnie low cost? Ma beata la Turkish Airlines che, oltre a portarti da mangiare (…e che mangiare!), ha pure gli schermi per il breve tratto Venezia – Istanbul. Qui sull’Iberia niente. Non si mangia. Non si beve. Non si guardano i film. Qui si dorme solo o si guarda fuori dall’oblò, cercando di capire invano dove ci si trova. E si spera. Si spera che nel prossimo volo ci sia da mangiare e lo schermo, perché altrimenti, 12 ore, voglio proprio vedere come farle volare! Ma io mi chiedo…ma tutta la gente che c’è qui con me e che si ferma a Madrid, ma perché a sto punto non vi siete presi un volo low cost che vi sarebbe sicuramente costato meno? Almeno la ci sarebbe stata anche un po’ di animazione. Hostess e stewards che passano con bibite, cibo, biglietti della lotteria, profumi e altre cose da vendere. Una vera e propria animazione da villaggio turistico. Una caciara assurda. Qui zero. Silenzio assoluto, a parte qualche bambino che parla, a bassa voce tra l’altro. Ed è un volo che va alla capitale della Spagna in più, non in un paesetto del cavolo. Mah! Valli a capire gli spagnoli. Non mi piace la Spagna, non mi piacciono particolarmente gli spagnoli (un sacco scortesi) e, ora, posso dire che neppure la compagnia aerea di linea mi piace.
  • I colori dall’alto, ora che stiamo per atterrare a Madrid, sono proprio quelli della Spagna. Il bianco delle casette, il giallo ocra, il rosso mattone e il verde scuro, mi ricordano un sacco le arene dei tori che ho visto nel mio viaggio in Andalusia. A dir poco affascinante.

    Madrid
    Spagna: From the top
  • In aeroporto i panini costano la bellezza di 8 Euro e i sandwich 5. Fossero almeno buoni ed enormi!
  • Mi hanno appena fermata al controllo passaporti di Madrid. Hanno il mio nome segnato su un foglio. A quanto pare risulto tra le persone da passare nuovamente sotto i raggi X. Ma vi sembro una persona così sospetta?
  • Sul volo per Los Angeles una coppia mi ha chiesto se posso fare scambio di posto con uno di loro, così da poter stare vicini. Gli ho risposto di no. Che stronza. Magari erano pure in viaggio di nozze. Scusate ma per me il finestrino è sacro. Non solo per fare foto dall’oblò, ma volete mettere anche la comodità di quando ti addormenti? Puoi appoggiare la testa, così non ti cade ogni 10 secondi, ed eviti che i tuoi vicini scoppino in risate che non riescono a trattenere.
  • Vedere gli iceberg dall’aereo ha il suo perché. Davvero emozionante. (Capito perché non voglio abbandonare il finestrino?)
  • In fila per il controllo passaporti e vengo travolta da una moltitudine di cinesi appena sbarcati da un volo Air china e, dopo poco, mi ritrovo di fianco tre neri con i calzetti di spugna e le ciabatte da nero. Così, subito di brutto. #welcometoamerica!
  • Dopo l’anno scorso che ai controlli mi hanno tenuta ferma mezz’ora e mi hanno fatto un sacco di storie (forse perché stavo 3 mesi? forse perché nel passaporto ho solo timbri degli Stati Uniti?), ammetto di avere temuto, per un po’ sulla mia sorte. Ma , fortunatamente, è andato tutto liscio.
  • Ovviamente, non può andare tutto tutto liscio e, già appena esco dall’aeroporto mi caccio subito nei casini. Devo raggiungere l’ufficio dove lavora la mia amica che, a quanto pare, è a 10 minuti di macchina dall’aeroporto. Ma come? Memore del basso prezzo dello scorso anno, che per andare da LAX al nostro loft di Hollywood (…quando eravamo ricche! bei tempi quelli!) ho speso solo 15$, mi dirigo subito dove c’è la postazione dei camioncini blu di Supershuttle. Ma…”what’s the number of your reservation?” “RESERVATION???” “Yes, we accept just those with reservation”. Ok, cominciamo bene! Niente panico. Più in la ci sono i camioncini rossi di Primetime dove c’è il macello di gente perché, ovviamente, tutti quelli che vengono rifiutati dalla compagnia blu, vanno da quella rossa! E a creare ancora più confusione, c’è lei. Una tipa nera, massiccia. Una boss del ghetto, con la quale non vorresti mai avere a che fare. Le dico dove devo andare e mi risponde “It’s around the corner. It’s better you to take a Taxi”. Vado alla fermata dei taxi che, però, mi chiedono la bellezza di 20$ minimum per fare 10 minuti di strada (and don’t forget the tip!). Torno quindi dalla boss del ghetto e mi faccio prenotare lo shuttle. Mi scrive la mia amica, dicendomi che forse è meglio se vado a casa. Da notare che casa sua è a Est di Los Angeles, South of South Pasadena. Il suo ufficio a 10 minuti. In preda al panico, ritorno dalla boss che, non appena le dico che devo cambiare indirizzo, per un pelo non mi ammazza. Neanche due minuti più tardi, mi scrive nuovamente la mia amica dicendomi che mi passa a prendere. Ok, forse ora è meglio che scappo prima di finire in qualche guaio serio. E, non appena la boss del ghetto gira lo sguardo fuggo dalla parte opposta dell’aeroporto, sperando non mi veda. Salva!
  • Non importa quanti anni tu abbia. I pantaloni calati sotto al sedere, con i boxer di fuori li puoi indossare anche a 60 anni. E dalla tua macchina uscirà sempre rap a palla. #LosAngeles, la città degli eterni giovani.

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