Ed è così che il giorno tanto poco atteso è arrivato.
19 Settembre 2016. Valigie pronte. Io forse un po’ meno. Non sono psicologicamente pronta per dire definitivamente addio a Los Angeles. L’ultimo giorno non è stato come me lo aspettavo, complice la nebbia e il tramonto inesistente. Ma sono quasi completamente certa che questa volta, di un addio si tratti. Me lo sento. Non è un arrivederci come gli altri anni. Non c’è un posto di Los Angeles che io non abbia visto e i miei amici se ne stanno tornando un po’ alla volta a casa anche loro. Tutto quello che Los Angeles poteva darmi me l’ha dato. E’ giunto per cui il momento di dirle addio e di dare una svolta alla mia vita. Addio alla città che mi ha ospitato per cinque bellissime estati e per una decina di giorni, ancora più fantastici, in febbraio. Addio, a quella che è ormai diventata la mia seconda casa. Addio alla città degli angeli.
- Ho buttato le mie Converse bianche. Avevo chiesto alla mia amica se voleva tenerle come mio ricordo e appenderle da qualche parte in casa, ma mi ha guardata no male, di più. Sarebbero state davvero fighe. E invece no. Sono finite dentro al cestino dell’immondizia in cucina. Che ingiustizia.
- Per finire in bellezza la mia vacanza a Los Angeles, non potevo non prendere un autobus anche l’ultimo giorno. Un autobus cazzuto però questa volta. Il LAX FlyAway. L’autobus che da Union Station ti porta all’aeroporto e viceversa. Figo. Non l’avevo mai preso, ma ho scoperto che è un sacco conveniente e un sacco veloce. Costa solo 9$ e passa ogni mezz’ora.
- Ogni tanto saltano fuori delle regole nuove. In aeroporto prima ti facevano tirar fuori dal bagaglio a mano liquidi e Laptop. Ora, guai se apri il trolley. Mah. Misteri.
- Starbucks fa veramente sempre più schifo. Oggi, oltre a capire il mio nome “Tiffany” anziché Steffany, mi hanno addirittura dato il chocolate marble confezionato come una merendina, dentro al sacchetto di carta. Dico sul serio. Vi prego. Fate qualcosa. E pensare che una volta era così buono! Bei tempi quelli, quando c’era ancora la banana chocolate chip coffee cake.
- Gli Americani, che sono così avanti, non hanno il Wi-fi in Aeroporto. Spiegatemi questa cosa.
- Che bello quando sali in aereo, hai il posto corridoio, ma scopri che nella poltrona vicino alla tua non c’è nessuno. Sicché, oltre a poter guardare fuori dal finestrino, puoi anche stenderti completamente e dormire. Finalmente!
- Los Angeles presumo si sia un po’ pentita di avermi lasciata con quel tramonto invisibile ieri. Infatti oggi mi ha regalato un tramonto dall’aereo da togliere il fiato. Un tramonto così spettacolare che credo di essere rimasta con gli occhi a cuore per almeno metà del volo.
Sunset from the Plane - Cinque ore di attesa sono veramente infinite. Soprattutto quando sei finita dalla vita e in aereo, anche se avevi due posti, non si sa perché, non hai dormito più di tanto. Mi sono accampata come una barbona sulle panchine e ho continuato a dormire e a svegliarmi, a dormire e a svegliarmi, per quasi tutta l’attesa. Continuava a cascarmi la testa. Questo è il motivo. Mai una gioia. Ho anche mangiato ad un certo punto però. Un panino col brie e l’insalata e un cappuccino. Accoppiata perfetta.
- Odio prendere l’ultimo volo, quello dopo lo scalo, perché ci sono sempre quasi solo italiani. E a me gli Italiani danno fastidio. Cominciano a rompere le balle ancora prima che l’aereo decolli. Ma perché dovete farvi riconoscere ovunque? Siete veramente insopportabili cazzo! Una coppia in escandescenza perché non gli avevano assegnato i posti vicini. Ma datevi una calmata che al mondo ci sono problemi ben più gravi! E la cosa che mi ha fatto più incazzare è che la tipa aveva il posto finestrino. Il posto che volevo io. C’era un tramonto ancora migliore di quello di prima e lei, credete abbia guardato questa bellezza della natura? Mai. Neppure un secondo. Troppo impegnata a lamentarsi e poi a giocare con i giochetti del cellulare. Bentornata in Italia Steffany Love.
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